Tra tutte le fonti rinnovabili, il solare termico è senza dubbio la più diffusa, grazie ai pannelli solari posti sui
tetti degli edifici di molte abitazioni. Tali impianti consentono di convogliare l’energia solare raccolta dai pannelli e trasformarla in
acqua calda o in fonte di riscaldamento per gli ambienti abitativi.
Il successo del solare termico è dovuto non solo al costo contenuto
dell’impianto ma anche alla sua durata e affidabilità nel tempo.
L’energia eolica deriva dalla conversione dell’energia cinetica prodotta dal vento in energia meccanica, trasformata a sua volta
in energia elettrica.
Lo sfruttamento di tale risorsa, relativamente poco costoso, è attuata attraverso generatori eolici a base orizzontale o verticale.
Si consideri che l’energia eolica è la prima fonte rinnovabile utilizzata dall’uomo e, attualmente, quella
che presenta i maggiori benefici in termini di rapporto costo/produzione.
Nonostante quanto detto, l’energia eolica non ha incontrato nel nostro Paese
il successo che ci si sarebbe aspettati guardando le esperienze positive degli altri Paesi. Le motivazioni, come sempre, sono molteplici e complesse. Sicuramente
molto è dovuto alla mancanza di normative volte all’incentivazione e all’opposizione continua di chi sostiene che gli impianti eolici
deturpino le nostre campagne.
Le fonti di energia da biomasse sono costituite da sostanze di origine animale e vegetale (ma non di origine fossile) che, se utilizzate come combustibili,
possono produrre energia.
Le materie prime utili a questo scopo sono rappresentate da tutte le specie vegetali coltivate appositamente per il trattamento,
dai residui agricoli ed industriali, dai rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata delle aree urbane, dai reflui degli allevamenti, dagli scarti dell’industria
agroalimentare, dal legname da ardere e dai residui agricoli e forestali.
Nonostante l'innegabile apporto nell’eliminazione
degli scarti produttivi delle imprese agroalimentari e la possibilità di riqualificare intere aree abbandonate dalle colture, le biomasse
presentano alcune limitazioni: le materie prime non sono disponibili durante tutto l’anno e il potere calorifico sprigionato è moderato soprattutto
in relazione all’estensione di terreno da trattare.
La termovalorizzazione è un processo attraverso cui i rifiuti vengono gestiti permettendo di sfruttare il calore sprigionato
dalla loro combustione e trasformarlo in energia elettrica. La funzione primaria di un impianto di termovalorizzazione è principalmente quella
dello smaltimento dei rifiuti in sostituzione all’azione svolta dalle discariche.
Grazie alla crescente attenzione e alle normative volte all’incentivazione
del recupero energetico e della salvaguardia ambientale, la termovalorizzazione si pone sempre di più come soluzione auspicabile al fine di raggiungere
il perfezionamento di un sistema integrato nella gestione dei rifiuti che consenta contemporaneamente la messa in opera di un sistema virtuoso in tema di approvvigionamento
energetico.
L’energia idroelettrica si ottiene sfruttando l’energia gravitazionale
delle acque attraverso un dislivello o anche la velocità
di un corso d’acqua (fiumi e laghi) e trasformandola in energia elettrica. Perché ciò sia possibile è necessaria
la creazione di appositi bacini o dighe. L’acqua di un lago o di un bacino artificiale infatti viene fatta convogliare a valle, trasformando così
la sua energia potenziale in energia di pressione e cinetica.
L’energia idroelettrica è stata la prima, tra le fonti rinnovabili, ad
essere usata su larga scala in quanto disponibile ovunque si trovi, o si favorisca artificialmente, un corso d’acqua costante.